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FRASI PENSIERI RIFLESSIONI Le più belle,le più o meno note,le personali. |
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#1 |
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Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili.
Perciò dovete sempre tenere presente che una via è soltanto una via. Se sentite di non doverla seguire, non siete obbligati a farlo in nessun caso. Ogni via è soltanto una via. Non è un affronto a voi stessi o ad altri abbandonarla, se è questo che vi suggerisce il cuore. Ma la decisione di continuare per quella strada, o di lasciarla, non deve essere provocata dalla paura o dall’ambizione. Vi avverto: osservate ogni strada attentamente e con calma. Provate a percorrerla tutte le volte che lo ritenete necessario. Poi rivolgete una domanda a voi stessi, e soltanto a voi stessi. Questa strada ha un cuore? Tutte le strade sono eguali. Non conducono in nessun posto. Ci sono vie che passano attraverso la boscaglia, o sotto la boscaglia. Questa strada ha un cuore? E’ l’unico interrogativo che conta. Se ce l’ha è una buona strada. Se non ce l’ha, è da scartare. Carlos Castaneda foto web |
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#1.5 | |
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#2 |
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Preferisco scegliere, perché non fare una scelta con il proprio cuore significa farla fare ad altri. E poi ti trovi con una vita che non è più tua.
Stephen Littleword |
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#4 |
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qual'è l'animale più letale per l'uomo, vivente sulla terra?
La risposta non è così semplice od intuibile, quindi mi permetto di fare io la graduatoria, citando i primi 5 posti in base alla pericolosità e quindi al numero di decessi a loro imputabili ogni anno: La zanzara con 2.000.000 di morti. Non quella comune che ogni estate guasta le nostre serate all'aperto, ma quella anofele, portatrice della malaria. Il cobra con 100.000 morti. Pur non essendo il più velenoso in assoluto è certamente quello, tra le serpi, a cui imputare la maggior parte dei trapassi (escluso ovviamente quello che indusse in tentazione Eva, che sulla coscienza ne ha miliardi...). Lo scorpione con 5.000 morti. Basta una piccola puntura e, in assenza di immediate cure, accompagna, con non poche sofferenze, dritti al Creatore. Il coccodrillo ed i suoi meno noti cugini, alligatore, caimano e gaviale, è responsabile di più di 1.000 morti. L'elefante con più di 500 morti, che “pacioccone e simpatico” chiude la classifica dei peggiori amici dell'uomo. ...ah dimenticavo lo squalo, tormentone cinematografico degli anni 70/80, incubo dei mari e di molti bagnanti che ogni anno non perdono occasione per avvistarne uno, anche nei laghi... è responsabile di “soli” 50 casi all'anno di ferite mortali! Quando dovete dare del crudele a qualcuno... non dite per favore che è uno squalo! dal web fonte Espresso blog |
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#5 |
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UDJAT: L'OCCHIO DI HORUS
L'Udjat è un simbolo che nella antica religione egizia raffigura l'occhio del Dio Horus dalla testa di falco, figlio del Dio Osiride e della Dea Iside. Horus per vendicare la morte di suo padre ucciso da Seth, Dio del male e anche zio, viene accecato all'occhio sinistro con una lancia e guarito poi dal fratello Thot, Dio della magia dalla testa di ibis. Anche questo è un simbolo e un potente amuleto molto importante e frequente nella religione egizia, il suo scopo è quello di proteggere le anime dei defunti nell'Aldilà in quanto simbolo di rigenerazione. Lo si puo vedere spesso raffigurato nelle pitture egizie come un occhio con trucco tipico e con sopracciglio e con una specie di spirale sotto, probabilmente a rappresentare il piumaggio dello stesso falco. Inoltre un altro significato dell'occhio sinistro rappresenta la consapevolezza, visione interiore, la parte spirituale di ogni essere umano, contrapposto all'occhio destro che vede il mondo materiale, mentre entrambi gli occhi rappresentano l'Universo, simile al concetto dello Yin-Yang. L'utilizzo pratico dell'Udjat è però di tipo matematico: le linee che lo compongono infatti sono algebricamente connesse da un rapporto numerico per cui è possibile, conoscendo questo rapporto, utilizzare l'Occhio di Horus come un vero e proprio "metro" ante-litteram. L'Udjat è stato poi associato al massonico Occhio Onniveggente, anche per via della presenza in questo simbolo di una piramide. Da ricordare anche che l'Udjat, prima di essere associato al Dio Horus, era stato attribuito anche al Dio supremo Ra. ![]() |
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#6 |
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Per gli uomini i numeri non hanno un significato neutro, ma diventano simboli di ideali e di concetti di cui si presentano come la rappresentazione più evidente. I diversi valori attribuiti ai numeri molto spesso sono contrastanti e differiscono in base al contesto culturale di appartenenza. È il caso per esempio del numero otto che rappresenta a livello tradizionale la giustizia e l’armonia e che nell’ambito della cultura cinese è ritenuto in grado di influenzare positivamente gli eventi. Molto diverso era invece il significato nel mondo latino, in cui il numero in questione era creduto infausto. Tutto ciò va spiegato sulla base di una credenza di origine pitagorica secondo la quale gli dei gradiscono soprattutto i numeri dispari piuttosto che i pari.
trovato sul web ![]() immagine web |
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#7 |
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Interessante
Erich Fromm (Francoforte sul Meno, 23 marzo 1900 - Locarno, 18 marzo 1980) Biofilia e Necrofilia nella società Fromm pone come epigrafe al suo scritto sulla genesi umana dell'aggressività umana la seguente frase: "Quando guardo alla storia sono pessimista, ma se guardo alla preistoria sono ottimista" (I. C. Smuts) Con questa epigrafe Fromm riassume le tesi fondamentali e le conclusioni a cui egli arriva. A differenza delle tesi di Lorenz, per il quale l'aggressività umana è parte dell'uomo, Fromm evidenzia gli aspetti più profondi che permettono la vera comprensione dell'uomo e come questi siano da rintracciare in un'analisi che va oltre il riduzionismo darwiniano. La mancata conoscenza dell'uomo in un'ottica più ampia porta a trascurare un aspetto importante dell'analisi dell'aggressività e distruttività presenti nell'uomo; infatti questo aspetto dell'umanità si delinea come reazione di difesa contro le minacce agli interessi dell'uomo e alla loro oppressione. Fa notare Fromm che con l'aumento della produttività, la divisione del lavoro, la costruzione di elites, ecc., si creano le condizioni che portano l'uomo a sperimentare condizioni di oppressione inaccettabili per la propria natura umana. Pertanto con il progredire della storia si è verificato l'aumento della violenza e della distruttività.................... continua a leggere tutto http://www.ifefromm.it/biografia-4.php |
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#8 |
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CYRANO
E cosa dovrei fare? Cercarmi un protettore? Prendermi un padrone? E come un'edera oscura che avvolge un tronco E se ne fa un tutore leccandone la scorza, Arrampicarmi con astuzia invece di salir con forza? No, grazie. Dedicare, come fanno tutti, Dei versi ai finanzieri? trasformarmi in un buffone Nella vile speranza di vedere, sulle labbra d'un ministro, Infine nascere un sorriso che non sia sinistro? No, grazie. Ingoiare, ogni giorno, un rospo? Avere un ventre consumato dalle marce? una pelle che presto s'insudicia alle ginocchia? Eseguire prodigi di agilità dorsale? No, grazie. Da un lato accarezzar la capra Mentre, dall'altro, si annaffia il cavolo, E donator di sena per desiderio di rabarbaro, Aver sempre un incensiere sotto qualche barba? No, grazie! Passare di girone in girone, Diventare un piccolo grande uomo in una cerchia, E navigare, con per remi dei madrigali, E nelle proprie vele sospiri di vecchie dame? No, grazie! Presso un buon editore di Sercy Far pubblicare i propri versi a pagamento? No, grazie! Andare a farsi nominare papa dai concili Che degli imbecilli tengono nelle osterie? No, grazie! Faticare per farsi un nome Su un sonetto, invece di farne degli altri? No, Grazie! Trovare del talento negli incapaci? Essere terrorizzato da vaghe gazzette, E dirsi senza posa: "Oh, purché io sia Sulle piccole riviste del Mercure François?"... No, grazie! Calcolare, aver paura, impallidire, Preferire fare una visita anziché un poema, Redigere delle suppliche, farsi presentare? No, grazie! no, grazie! no, grazie! Ma... cantare, Sognare, ridere, muoversi, star soli, essere liberi, Avere l'occhio attento, la voce che vibra, Mettersi, quando piaccia, il feltro di traverso, Per un sì, per un no, battersi, − o fare un verso! Lavorare senza curarsi di gloria o di fortuna, Al tale viaggio, al quale si pensa, sulla luna! Non scrivere mai nulla che non nasca da sé, E inoltre, con modestia, dirsi: ragazzo mio, Sii pago dei fiori, dei frutti, finanche delle foglie, Se è nel tuo giardino, in te, che li cogli! Poi, se per caso arriva un po' di trionfo, Non essere obbligati di rendere qualcosa a Cesare, Faccia a faccia con sé stessi tenersi il merito, In breve, disdegnando d'essere l'edera parassita, Anche se non si è quercia o tiglio, Salire non molto in alto, forse, ma da solo. Edmond Rostand Marsiglia 1868 - Parigi 1918 Poeta e drammaturgo francese ![]() foto web |
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#9 |
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Dal film i passi dell'amore
"L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso... L'amore non è mai presuntuoso o pieno di se, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L'amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. È sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta |
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#10 |
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Il più piccolo dolore nel nostro mignolo ci preoccupa e c'infastidisce di più della distruzione di milioni di nostri simili.
William Hazlitt |
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