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FRASI PENSIERI RIFLESSIONI Le più belle,le più o meno note,le personali.

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Vecchio 06-11-12, 18:09   #1
pazzycandy
 
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Predefinito Riferimento: il mio blocchetto" diario di riflessione personale " alessia V.66"

Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d'ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.


-Wislawa Szymborska-
trovato sul web
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Vecchio 06-11-12, 18:15   #2
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La lettera fu trovata dall'infermiera dell'ospedale.
sotto il cuscino di un giovane appena deceduto…

«Cara mamma,
da alcuni giorni riesco a stare seduto sul letto
solo per mezz'ora e per il resto della giornata
sono immobilizzato.
Il cuore non vuole più battere.
Stamattina presto il professore ha detto
qualcosa che suonava come "essere pronto".
Per che cosa?
Certo è difficile morire giovani!
Devo essere pronto al fatto
che all'inizio della settimana sarò un "trapassato";
e non sono pronto.
I dolori scavano in modo quasi insopportabile,
ma ciò che mi sembra davvero insopportabile
è che non sono pronto.
La cosa peggiore è che, quando guardo il cielo,
è buio.
Diventa notte,
ma non brilla sopra di me nessuna stella,
nella quale io possa immergere lo sguardo.
Mamma, non ho mai pensato a Dio,
ma ora sento che esiste ancora qualcosa
che non conosciamo,
qualcosa di misterioso,
un potere nelle cui mani cadiamo,
al quale dobbiamo dare delle risposte.
E la mia pena è che non so chi è.
Se solo lo conoscessi!
Mamma, ricordi come tu, con noi bambini,
camminavi nel bosco,
nell'oscurità che stava calando,
incontro al papà che tornava dal lavoro?
A volte ti correvamo davanti
e ci vedevamo improvvisamente soli.
Avanzavano dei passi nell'oscurità:
che paura dei passi sconosciuti!
Che gioia quando riconoscevamo che quel passo
era quello del papà che ci amava.
E ora, nella solitudine,
sento ancora dei passi che non conosco.
Perché non li conosco?
Mi hai detto come mi devo vestire
e come mi devo comportare nella vita,
come mangiare, come cavarmela.
Ti sei occupata di me e non ti sei mai stancata
di tutta questa preoccupazione.
Ricordo che tu, la notte di Natale,
andavi a Messa con i tuoi bambini.
Mi ricordo anche della preghiera della sera,
che qualche volta mi suggerivi.
Ci hai sempre indirizzati all'onestà.
Ma tutto questo ora per me si scioglie
come neve al sole.
Perché ci hai parlato di tante cose,
e non ci hai mai detto nulla di Gesù Cristo?
Perché non mi hai fatto conoscere
il suono dei suoi passi,
in modo che fossi in grado di accorgermi
se è lui che viene da me in quest'ultima notte
e nella solitudine della morte?

Quanti affanni nella vita per cose
che riteniamo importanti,
ma che poi si rivelano essere non essenziali...

(dal web)
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