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Vecchio 10-05-11, 11:44   #1
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Predefinito Favole per la ninna nanna

Il bambino e la stellina

C’era una volta un piccolo bambino, che nelle notti d’estate in braccio alla sua mamma, col nasino all’insù, guardava il cielo e le stelle che brillavano. Ad un tratto ne vide due che cominciarono a rincorrersi, giocare nel cielo e poi sparire.
Il bambino stupito e meravigliato sgranò gli occhioni ed esclamò: “ Mamma, ma anche le stelle giocano tra di loro?” E tutte le sere, quando scendeva la notte, non vedeva l’ora di andare a guardarle.
Un giorno però disse: “ Mamma, ma perché si rincorrono nel cielo e non scendono a giocare con me? Come possiamo prenderne una?”
E allungava la manina cercando di fermarle… ma loro birichine, quando stavano per essere prese, scappavano via.
Una stellina, piccola, udì le sue parole e volle scendere a giocare con lui…Ma ahimè, il viaggio era lungo e quando arrivò ormai era giorno.
“ Devo fare più in fretta” disse la stellina, “ altrimenti, quando arrivo non mi vede!”
Ma prova e riprova arrivava troppo tardi La stellina si disperava, ormai lei voleva bene al bambino, voleva giocare con lui, … ma era piccola e non poteva correre di più.
Un Angelo che passava di lì, la vide piangere e le disse: “ Aggrappati alle mie ali e io ti porterò”.
Ma arrivati sulla terra la stellina si accorse che non riusciva più a correre e giocare.
L‘Angelo allora prese dalle sue ali due piccole piume e le regalò alla stellina. “ Tieni, le disse, con queste potrai volare”.
Così lei volò dal bambino e giocarono insieme.
Allora, aiutate dagli Angeli, tante altre stelline vollero scendere sulla terra per far felici altri bambini, e nelle notti d’estate, quando si vedono tante piccole luci volare, accendersi e spegnersi nella notte sono le stelle che sono scese dal cielo per giocare.

Monferrina
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Vecchio 10-05-11, 11:45   #2
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Il Girasole e la Rosa

Verso sera, quando il suo giro col Sole in faccia arrivava a 220 gradi, il Girasole intravedeva una Rosa che da bocciolo la vide via via, di giorno in giorno, diventare splendida, sbocciare in tinta bianco-gialla delicata e mutare poi in un colore di intenso arancio e un profumo seducente che induceva il Girasole in lunghe sospirazioni esaltanti.
"Ciao", le disse il Girasole, "come ti chiami?"
"Rosa Tea", le rispose.
Il Girasole, che capiva il linguaggio dei fiori come pochi, osò dirle: "Oh, Rosa mea!".
La Rosa si sentì come presa e per ritrarsi, con gesto femminile, si coprì con le foglie che aveva intorno come fossero un ventaglio mentre i bordi dei petali si coloravano di rosé, colore cha esprimeva la sua emozione.
Il Girasole capì di averla impressionata, si girò di qualche grado in più per meglio vederla e per dirle: "l'important c'est la Rose"
L'affermazione risvegliò nella Rosa il senso del garbo 'sì che profuse un profumo avvolgente da attirare il Girasole, ancor più inspirato, sui 250 gradi e più avanti del Sole per sussurrare: "la vie en Rose".
Il Sole scendeva sull'Orizzonte ed il Girasole, già a 270 gradi, fremeva per il tète à tète che anticipò esprimendole il desiderio di girare per 360 gradi con la Rosa dei Venti come in un Valzer; le disse che l'avrebbe sommersa in un Rosario di baci; delicate carezze d'intimità Rosenheim nel Roseto di Rosenburg con la raffinatezza di Rosenthal. Le declinò il suo amore con Rosae, Rosarum,Rosis, Rosas, Rosae, Rosis.
Era già arrivato a 280 gradi ed aveva ancora tanto da dire e la Rosa che fremeva con tanto di brividi per l'atteso ibrido, si rammaricò di tante "parole, parole, parole."
Per la delusione interruppe il suo profumo, fece cadre tutti i suoi petali lasciando davanti al Girasole un rametto spoglio e nel mentre che accanto cresceva un Rosmarino, si traferì come nuovo bocciolo su un altro ramno a 120 gradi da dove liberava profumo di seduzione senza che il Girasole, che la cercava, la vedesse.
Sconsolato, il Girasole si rivolse al Sole che tramontava e mandava un messaggio sulle nuvole: "Carpe Diem"!

Idillio Pozzi
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Vecchio 10-05-11, 11:46   #3
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Il corvo con lo smoking

Si dice di un Corvo che amava travestirsi
d'aver indossato uno smoking per divertirsi;

per godersi un coktail
entrò in un Grand Hotel

ma scoperto non invitato
fuggì di tutto fiato.

Prese posto ad un gran pranzo
ma fu cacciato e nemmeno un avanzo.

Si fece romantico e corteggiò una gazza
che con disprezzo: "pensi tu ch'io sia pazza?"

Gettò lo smoking e si mascherò da canarino
ma gli spuntaron aculei da porcospino;

infuriato, costernato, dannato e Corvo ritornato,
ritornato tra corvi immutato, è disperato, gracchiato.

Guai a chi si traveste
per esser ciò che non veste


Idillio Pozzi
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Vecchio 10-05-11, 11:47   #4
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Il fiore, l’albero e la luna

C’era una volta un piccolo fiore nato sotto le fresche fronde di un ciliegio, che lo riparava dalla grandine e dalla pioggia. I due si volevano molto bene e passavano intere giornate a raccontarsi storie e a descrivere ciò che vedevano. Il ciliegio raccontava fantastiche storie di stelle cadenti che lasciavano una scia dorata nel cielo, di arcobaleni colorati che illuminavano l’orizzonte e della luna che, come una mamma affettuosa, contemplava dall’alto tutte le creature della terra; il fiore invece descriveva la stupenda vita del suolo, ricca d’incontri con animali interessanti, parlava del bruco che progettava di diventare farfalla, del grillo che rallegrava le giornate col suo canto. Sembrava andare tutto bene ma non molto tardi il piccolo fiore s’intristì, anche lui desiderava ammirare la luna, le stelle e l’arcobaleno dopo una giornata di pioggia.
Un giorno una bimba che abitava lì vicino si andò a fermare proprio sotto l’albero di ciliegio e vide ai suoi piedi il bel fiorellino e le sembrò peccato che un cosi bel fiore dovesse rimanere nascosto dalla folta chioma dell’albero e decise di coglierlo e di portarlo a casa sua. Arrivati a casa, il fiore fu messo in un vaso e poggiato sul davanzale della finestra. All’inizio era impaurito ma, arrivata la sera, non poté credere ai suoi occhi: di fronte a lui la luna splendeva di una luce chiarissima e allegra che avvolgeva l’intero paesaggio.
Passò la prima notte, la seconda, la terza e il fiore era felicissimo della sua nuova vita, poteva conoscere tutto quello che fino ad allora aveva solo potuto immaginare, fin quando scorse lontano il suo amico albero, dall’aria triste. La notte successiva il fiorellino chiese alla luna: "Oh luna, tu che sei così in alto e che osservi tutti, sai dirmi perché il mio amico albero è cosi triste?" e lei rispose: "Caro fiorellino, il tuo amico è cosi triste perché adesso si sente solo, non c’è nessuno che gli racconti la straordinaria vita del suolo che a lui piace tanto ma che purtroppo non potrà mai vedere". Il fiore si senti cosi male per il suo amico che la notte seguente chiese di nuovo aiuto alla luna: "Oh luna, tu che sei cosi buona, ti prego, aiuta il mio amico albero a non sentirsi più solo", così la luna diresse i suoi raggi ai piedi dell’albero e in un batter d’occhio spuntò dal terreno un piccolo fiore.
Finalmente adesso anche il ciliegio è felice perché c’è di nuovo qualcuno che possa raccontargli e descrivergli ciò che lui non può vedere e ancora oggi il fiorellino, dall’alto del davanzale, parla con la luna che racconta fantastiche storie di pianeti e costellazioni lontane…


Marco Tarantino
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