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FRASI PENSIERI RIFLESSIONI Le più belle,le più o meno note,le personali. |
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#1 |
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e io potessi vivere un'altra volta, sarei meno serio di quanto sono stato.
Correrei più rischi, farei più viaggi, guarderei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei più fiumi, andrei in posti dove mai sono andato. Jorge Luis Borges |
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#1.5 | |
Bot Posting ADS Data registrazione: Da Sempre
Località: bot
Messaggi: Tanti
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#2 |
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IO AMO LA SEMPLICITA' CHE SI ACCOMPAGNA CON L'UMILTA'...
![]() Alda Merini |
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#3 |
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Le cento porte
Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere. Poiché ha la certezza che il proprio pensiero possa cambiargli la vita, la sua vita comincia a cambiare. Poiché è certo che incontrerà l’amore, l’amore compare. Di tanto in tanto, è deluso. Talvolta, viene ferito E allora sente i commenti: "Com’è ingenuo!" Ma il guerriero sa che il prezzo vale. Per ogni sconfitta, ha due conquiste a suo favore. Tutti coloro che credono lo sanno. |
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#8 |
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La via
Mi risvegliai al suono dell’orologio a molla che ticchettava sonoramente sulla cassettiera blu. Avevo sei anni, ed era il giorno del mio compleanno. Lasciai che il mio pigiama cadesse per terra e lo calciai sotto al letto, poi corsi giù per le scale con addosso solo le mutande di Lone Ranger. Era il mio compleanno! Nel giro di poche ore, i miei amici sarebbero arrivati con i regali e ci sarebbero stati la torta, il gelato e molto divertimento! Dopo che tutte le decorazioni del party erano state staccate e tutti se ne erano andati, giocai distrattamente con i miei nuovi giocattoli. Ero annoiato, stanco e mi faceva male la pancia. Chiusi gli occhi e scivolai nel sonno. Vidi ogni giorno passare come il successivo: scuola per una settimana, poi il fine settimana, la scuola, il fine settimana, l’estate, l’autunno, l’inverno e la primavera. Passarono gli anni e dopo non molto ero uno dei migliori ginnasti delle superiori a Los Angeles. In palestra, la vita era eccitante; al di fuori di essa, una generale delusione. Un giorno, l’allenatore Harold Frey mi chiamò da Berkeley, in California, e mi offrì una borsa di studio per l’università! Non vedevo l’ora di andare sulla costa per una nuova vita. Litigai con la mia ragazza per questo, e alla fine ci lasciammo. Mi sentii male, ma mi consolai con i miei progetti universitari. Presto, ne ero certo, la vita sarebbe realmente cominciata! Gli anni universitari volarono, ricchi di vittorie ginniche. Sposai la mia nuova compagna Susie. Ero così occupato con gli allenamenti, che non avevo molto tempo ed energia per la mia nuova moglie. Alla fine, partecipai alle Olimpiadi, ma le mie esecuzioni non furono pari alle mie aspettative. Ritornai a casa e scivolai in un relativo anonimato. Nacque mia figlia, e cominciai a sentire responsabilità e pressioni che crescevano. Trovai un impiego, venditore di assicurazioni sulla vita, che mi prendeva la maggior parte dei giorni e delle notti. Non avevo mai tempo per la mia famiglia. Nel giro di un anno, Susie ed io eravamo separati; alla fine ottenne il divorzio. Di nuovo da capo, riflettei tristemente. Un giorno, mi guardai allo specchio e realizzai che erano passati quaranta anni dalle mie Olimpiadi. Dov’era andata la mia vita? Con l’aiuto dello psichiatra, avevo superato il mio problema con l’alcol; e avevo avuto denaro, case e donne. Ma ora non avevo nessuno. Ero solo. Giacevo a letto, era notte fonda, e mi chiedevo dove fosse mia figlia; erano passati anni dall’ultima volta che l’avevo vista. Mi interrogai su Susie e sui miei amici dei bei giorni passati. Ora trascorrevo le giornate seduto sulla mia sedia a dondolo preferita, sorseggiando vino, guardando la tv e pensando ai vecchi tempi. Osservavo i bambini che giocavano di fronte alla mia casa. Era stata una buona vita, supponevo. Avevo ottenuto tutto ciò che avevo rincorso; allora, perchè non ero felice? Sedevo solo. Ero stato solo per tutta la vita, sembrava. Appoggiai la schiena alla mia sedia a dondolo e respirai, e poi urlai mentalmente e amaramente. “Dio, dannazione! Perchè il mio matrimonio è andato a rotoli? Come avrei potuto fare andare le cose diversamente? In che modo avrei potuto realmente vivere?” Improvvisamente provai una terribile e divorante paura, la peggiore della mia vita. Era mai possibile che avessi mancato qualcosa di molto importante, qualcosa di trascendentale, qualcosa che avrebbe fatto davvero una reale differenza? “No, impossibile”, mi rassicurai. Enumerai ad alta voce tutti i miei raggiungimenti, ma la paura persisteva. Mi alzai lentamente, guardai in basso la città dal portico della mia casa sulla collina e mi meravigliai: dov’è andata la vita? Che senso ha tutto questo? Le mie nocche sbiancarono mentre mi afferravo alla ringhiera tremando. Poi il mio corpo diventò di ghiaccio. Ricaddi sulla sedia, la testa mi cadde in avanti, il cuore era in silenzio. Comparvero luci che non avevo mai visto prima, e suoni che non avevo mai udito. Le visioni fluttuavano. Alla fine, tutte le visioni ed i suoni divennero un punto di luce, poi svanirono.Avevo trovato la sola pace che avessi mai conosciuto. Dan Millman dal libro “La Via del Guerriero di Pace” |
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#9 |
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“Un monaco è in viaggio e viene ospitato da una famiglia di contadini. Riceve del formaggio e un po’ di latte, ma è a disagio perché vede che i suoi ospiti sono veramente poverissimi. Il monaco chiede come fanno a vivere in quella capanna sperduta, senza risorse e la moglie del contadino spiega che hanno una vacca che mungono ogni mattina, vendono il latte ai vicini e sopravvivono risparmiando i pochi soldi che guadagnano dalla vendita e mangiando un po’ di formaggio che preparano con il siero. La mattina dopo il monaco dice al contadino e sua moglie: “Ho pensato tutta la notte a cosa posso fare per voi. Vi dico di uccidere la vostra vacca, ora”. Il contadino e la moglie sono stupefatti e iniziano a piangere. Sanno che ciò che dice un monaco è giusto e va fatto e con il cuore straziato conducono la vacca al precipizio dietro la casa e la buttano giù, uccidendola. Il monaco se ne va. Molti anni dopo, un altro monaco arriva a una tenuta estremamente lussuosa. C’è una grande casa bellissima, ci sono allevamenti di animali, ci sono frutteti, ci sono orti, perfino un laghetto dove nuotano pesci di ogni tipo. Il monaco viene accolto dai padroni di casa e gli viene offerto ogni ben di dio. E’ sorpreso e felice che questi contadini siano così benestanti e chiede come hanno fatto. Il padrone di casa allora racconta che, molti anni, prima vivevano in una capanna e avevano solo una vacca per loro sostentamento. Un giorno la vacca cadde nel precipizio dietro la loro casa e morì. Allora lui e la moglie capirono che dovevano imparare e mettere in atto nuove cose e così fecero. E il risultato fu che la loro vita fu infinitamente più prospera e felice di quando avevano solo la vacca e vivevano del suo latte
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#10 |
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In ogni rapporto ci sono due metà.
Una siete voi e l’altra é vostro figlio, vostra madre, vostro padre, il partner. Ciascuno è responsabile soltanto della propria metà. Non importa quanto siate vicini, o quanto pensiate di amarvi, è impossibile essere responsabili per ciò che si trova nella testa di un’altra persona. Non potrete mai sapere cosa pensa l’altro, in cosa crede, quali sono le sue congetture. Non sapete nulla di lui. Questa è la verità, ma cosa facciamo invece? Cerchiamo di essere responsabili per l’altra metà, ed ecco perché le relazioni sono basate sulla paura, sul dramma e sulla guerra per il controllo. Se iniziamo una guerra per il potere, è perché non abbiamo rispetto. La verità è che non amiamo. Ciò che scambiamo per amore è soltanto egoismo. Come dei drogati, vogliamo le piccole “dosi” d’amore che ci fanno sentire bene. Se non c’è rispetto c’è la guerra per il controllo, perché ciascuno si sente responsabile per l’altro. Devo controllarti, perché non ti rispetto. Devo farmi responsabile per te, perché qualunque cosa ti accada mi farà male, e io non voglio soffrire. Allora, se vedo che non ti prendi le tue responsabilità, ti martellerò per costringerti a farlo, ma voglio che tu sia “responsabile” dal mio punto di vista, che non è necessariamente quello giusto. di Don Miguel Ruiz |
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arciere, awards, medaglia, planetario |
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