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FRASI PENSIERI RIFLESSIONI Le più belle,le più o meno note,le personali. |
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#1 |
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Vi è molto di folle nella vostra cosidetta civiltà. Come pazzi voi uomini bianchi correte dietro al denaro, finché ne avete così tanto, che non potete vivere abbastanza a lungo per spenderlo. Voi saccheggiate i boschi e la terra, sprecate i combustibili naturali, come se dopo di voi non venisse più alcuna generazione, che ha altrettanto bisogno di tutto questo. Voi parlate sempre di un mondo migliore, mentre costruite bombe sempre più potenti, per distruggere quel mondo che ora avete. (Tatanga Mani
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#1.5 | |
Bot Posting ADS Data registrazione: Da Sempre
Messaggi: Tanti
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#2 |
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Conducimi gentilmente verso l'alba,
ove i miei sogni divengono luce, unendosi alla radiosità del sole, spargendo l'indaco del mio Spirito. Riportami al mondo della veglia, con immagini vivide che segnano il mio cuore, stringendo fra le dita le mappe di sentieri appena nati, permettendo alla mia vita di divenire arte viva. (Jamie Sams-Cherokee-Seneca) |
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#3 |
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Animali Totem
IL SERPENTE Il serpente simboleggia per gli indiani il ciclo di nascita, vita, morte e rinascita, grazie al processo della muta della pelle. Tra i tipi di forza che gli vengono attribuiti si annoverano la forza della creazione, della sessualità, del mutamento, dell’anima e dell’immortalità. Uomini con l’energia del serpente sono piuttosto rari, poiché tra le esperienze che devono attraversare vi è quella di venire a contatto con veleni senza riportarne danni, cioè imparando a trasformare le sostanze velenose penetrate nei loro corpi in sostanze innocue. Il serpente è una creatura collegata all'elemento fuoco: a livello del corpo ciò genera passione e desiderio, ma a livello spirituale porta ad accedere al Grande Spirito e a realizzare la saggezza che tutto comprende. Qualora il serpente appaia nei vostri sogni, ciò indica che è tempo di iniziare un processo di mutamento, allo scopo di poter progredire per avvicinarsi alla realizzazione di sé. I suoi significati sono: trasmutazione, rinascita, iniziazione, sapienza. dal web |
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#4 |
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L'ULTIMA PREGHIERA DI ALCE NERO,
PER IL FUTURO DEL SUO POPOLO Avo, Grande Spirito, ancora una volta guardami sulla terra e chinati per udire la mia debole voce. Tu sei vissuto per primo, e sei più antico di ogni bisogno, più antico di ogni preghiera. Tutte le cose ti appartengono: i bipedi, i quadrupedi, le ali dell'aria e tutte le cose verdi che vivono. Hai disposto i poteri dei quattro quadranti perchè si incrocino. Hai fatto incrociare la strada buone e la strada della difficoltà; e là dove si incrociano, il luogo è sacro. Un giorno dopo l'altro, eternamente, tu sei la vita stessa delle cose. Perciò ti mando una voce, Grande Spirito, Avo mio, senza dimenticare nulla di ciò che hai fatto, le stelle dell'universo e le erbe della terra. Tu mi hai detto, quando ero ancora giovane e potevo sperare, che se mi trovavo in difficoltà dovevo mandarti una voce, quattro volte, una per ogni quadrante della terra, e tu mi avresti ascoltato. Oggi ti mando una voce per un popolo preso dalla disperazione. Al centro del mondo mi hai portato e mi hai mostrato la bontà e la bellezza e la stranezza della terra verdeggiante, l'unica madre; e le forme delle cose dello spirito, come dovrebbero essere, me le hai mostrate lì e le ho viste. Nel centro di questo cerchio sacro, hai detto che io avrei fatto fiorire l'albero. Con le lacrime sulla faccia, o Grande Spirito!, con le lacrime sulla faccia debbo adesso dirti che l'albero non è mai fiorito. Quì, nel centro del mondo, dove mi portasti quando ero giovane per insegnarmi; quì, vecchio ormai mi vedi e l'albero si è seccato. Può darsi che qualche piccola radice dell'albero sacro sia ancora viva. Allora nutrila, affinchè possa buttar foglie e fiori e riempirsi di uccelli cantori. Ascoltami, non per me, ma per il mio popolo; io sono vecchio. Ascoltami, perchè essi possano ancora una volta ritornare entro il cerchio sacro e trovare la buona strada rossa, l'albero protettore. |
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#5 |
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La sofferenza sembra giustificare il nostro bisogno di vendetta - ma c'è una vendetta più dolce nello scoprire che il nostro spirito interiore può espandersi talmente da sospingere fuori ogni ingiustizia ed amarezza.
Chi non ha il diritto di sentirsi amareggiato? Una cosa difficile da dimenticare, una montagna da superare - ma poi, segue una tale pace! La pace si espande, come caldo miele sul pane e permea ogni piccola parte di noi, che la cattura e la trattiene. Il cuore allarga le sue braccia in gratitudine, per essere stato liberato dall'oscurità di amari ricordi. Tutti noi possiamo farlo - tutti noi dobbiamo farlo, se vogliamo stare bene e avere qualcosa da condividere. Bisogna semplicemente lasciar andare. Sarà la vita stessa che farà pareggiare i conti, lo fà sempre. Per il tempo che vivrò, voglio vivere bene. Geronimo Apache Chiaracahua |
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#6 |
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Fra le virtù più importanti di un essere umano, una delle più rispettate fra i Nativi era senza dubbio la saggezza. Era una delle doti richieste ai capi, insieme con l'autocontrollo, la generosità, il coraggio e l'audacia. Ma fra tutte era anche la meno dimostrabile.
Un uomo era ritenuto saggio quando era capace di dispensare validi consigli al prossimo, quando infondeva fiducia ai guerrieri prima di una spedizione di guerra, quando riusciva a trovare mediazioni durante le liti tra i mèmbri della comunità, quando aveva una conoscenza superiore delle tradizioni della tribù, delle forze della natura e del regno degli Spiriti. Gli anziani della comunità erano i custodi di tutte le tradizioni, dei canti, delle storie, dei miti, e per questo erano ascoltati e venerati. Dato che tutto veniva tramandato oralmente, un anziano era, forzando un po' il paragone, ciò che per noi è una biblioteca: il ricettacolo del sapere della società. E il suo compito era trasmettere ai giovani tutta la sua conoscenza, affinchè la tradizione, e quindi la tribù stessa, potesse sopravvivere. II tentativo costante all'interno della cultura indiana di raggiungere l’armonia si rivela anche qui: da un lato i giovani erano educati e costantemente sollecitati a trattare con rispetto gli anziani, dall'altro questi ultimi avvertivano come naturale cedere il loro potere alle generazioni successive e le preparavano al meglio per questo compito. Gli anziani sapevano così di non essere inutili, anzi di avere un ruolo importante, un lavoro essenziale per il presente e il futuro della tribù. E i giovani non li consideravano un peso morto o, peggio ancora, un ostacolo per la conquista di un loro ruolo nella comunità. Un'altra dimostrazione di saggezza per gli Indiani era quella espressa nella vita di un individuo che impiega tutte le energie per il bene del prossimo, anche a costo di negare completamente se stesso. E chi più di un anziano poteva essere nella serena condizione di avere già una lunga vita alle s***** e desiderare di spendere quella che restava per il bene della comunità? In questa ottica e con una visione profondamente Spirituale di tulle le cose, compresa la morte,si spiega perchè molti anziani, troppo ammalati o non più in grado di badare a se stessi, scegliessero di allontanarsi dalla tribù per andare a morire in solitudine. nube che corre |
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#7 |
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Dividere ciò che si possiede, essere generosi è la nostra prima legge, il valore più grande in cui crediamo. Per poterci far dimenticare questi valori, ma soprattutto per allontanarci dal grande attaccamento e rispetto che avevamo per la Madre Terra, era necessario distruggere ciò che ci dava la forza di credere in tutto questo: la nostra spiritualità.
Birgil-Kills- Straight- Lakhota |
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#8 |
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Fra le virtù più importanti di un essere umano, una delle più rispettate fra i Nativi era senza dubbio la saggezza. Era una delle doti richieste ai capi, insieme con l'autocontrollo, la generosità, il coraggio e l'audacia. Ma fra tutte era anche la meno dimostrabile.
Un uomo era ritenuto saggio quando era capace di dispensare validi consigli al prossimo, quando infondeva fiducia ai guerrieri prima di una spedizione di guerra, quando riusciva a trovare mediazioni durante le liti tra i mèmbri della comunità, quando aveva una conoscenza superiore delle tradizioni della tribù, delle forze della natura e del regno degli Spiriti. Gli anziani della comunità erano i custodi di tutte le tradizioni, dei canti, delle storie, dei miti, e per questo erano ascoltati e venerati. Dato che tutto veniva tramandato oralmente, un anziano era, forzando un po' il paragone, ciò che per noi è una biblioteca: il ricettacolo del sapere della società. E il suo compito era trasmettere ai giovani tutta la sua conoscenza, affinchè la tradizione, e quindi la tribù stessa, potesse sopravvivere. II tentativo costante all'interno della cultura indiana di raggiungere l’armonia si rivela anche qui: da un lato i giovani erano educati e costantemente sollecitati a trattare con rispetto gli anziani, dall'altro questi ultimi avvertivano come naturale cedere il loro potere alle generazioni successive e le preparavano al meglio per questo compito. Gli anziani sapevano così di non essere inutili, anzi di avere un ruolo importante, un lavoro essenziale per il presente e il futuro della tribù. E i giovani non li consideravano un peso morto o, peggio ancora, un ostacolo per la conquista di un loro ruolo nella comunità. Un'altra dimostrazione di saggezza per gli Indiani era quella espressa nella vita di un individuo che impiega tutte le energie per il bene del prossimo, anche a costo di negare completamente se stesso. E chi più di un anziano poteva essere nella serena condizione di avere già una lunga vita alle s***** e desiderare di spendere quella che restava per il bene della comunità? In questa ottica e con una visione profondamente Spirituale di tulle le cose, compresa la morte,si spiega perchè molti anziani, troppo ammalati o non più in grado di badare a se stessi, scegliessero di allontanarsi dalla tribù per andare a morire in solitudine. (Pontiac) |
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#9 |
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La lunga strada tortuosa inizia alle stelle, rovesciato sulle cime delle montagne, è trasportato nella neve, ai corsi d'acqua, i fiumi, al mare.
Copre Canada, Alaska, America, Messico fino a Guam, e si gira intorno alle popolazioni indigene. Il sentiero rosso è un cerchio di persone in piedi della mano, le persone di questo mondo, le persone tra i popoli nel mondo dello Spirito. Il popolo delle stelle, il popolo animale, il popolo delle pietre, il popolo dei fiumi, il popolo degli alberi. Il cerchio sacro. Percorrere la strada rosso è conoscere il sacrificio, la sofferenza. È capire con umiltà. È la capacità di essere nudo davanti a Dio per tutto anche per i suoi misfatti, per la sua mancanza di forza, per i suoi modi privi di compassione, per la sua arroganza; perché per percorrere il sentiero rosso, sai sempre che si può fare sempre meglio. E si sa, quando si fanno cose buone, è attraverso il Creatore, e si è grati. Percorrere la strada rosso è sapere che ti trovi in un terreno di uguaglianza con tutti gli esseri viventi. È sapere che, il fatto che sei nato umano non ti dà superiorità su nulla. È sapere che ogni creatura ha uno spirito, e il fiume sa più di te, la montagna sa più di te, il popolo delle pietre sa più di te, gli alberi sanno più di te, il vento è più saggio di quanto sia Tu, e il popolo degli animali ha la saggezza. Si può imparare da ognuno di loro, perché hanno qualcosa che tu non hai: Essi sono liberi di cattivi pensieri. Non vogliono vendicarsi di nessuno, loro cercano giustizia. Per percorrere il sentiero rosso, sono stati e disposizione i diritti dati da Dio, lei ha il diritto di pregare, avete il diritto di ballare, avete il diritto di pensare, avete il diritto di proteggere, avete il diritto di conoscere La madre, avete il diritto di sognare, lei ha il diritto alla visione, avete il diritto di insegnare, lei ha il diritto di imparare, avete il diritto di piangere, avete il diritto alla felicità, avete il Diritto di guardare gli errori, lei ha il diritto alla verità, avete il diritto al mondo dello Spirito. Percorrere la strada rosso è conoscere i suoi antenati, e chiamare per chiedere aiuto. È sapere che esiste una buona medicina, e c'è una cattiva medicina. È sapere che il male esiste, ma è vile e è spesso sotto mentite spoglie. È sapere che ci sono spiriti maligni che sono in costante ricerca di un modo per vincere forza per se stessi humorada a. Percorrere la strada rosso, significa avere meno paura di commettere errori, perché sai che la vita è un viaggio, un cerchio continuo, un cerchio sacro. Gli errori sono fatti ma possono essere corretti con umiltà, perché se non si arriva a essere umili, non si sa quando è stato commesso un errore. Se prende la strada rosso, saprai che ogni dolore conduce a una migliore comprensione, ogni orrore non può essere spiegato, ma è in grado di offrire crescita. Percorrere la strada rosso è trova la bellezza in tutte le cose. Percorrere la strada rosso è sapere che un giorno riuscirai a passare per il mondo degli spiriti e non avrai paura. (Pontiac) |
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#10 |
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Non mi interessa cosa fai per vivere,
voglio sapere per cosa sospiri, e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore. Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l'amore, per i sogni, per l'avventura di essere vivo. Non voglio sapere che pianeti minacciano la luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita, o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro. Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo, se puoi ballare pazzamente e lasciare l'estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirci di cautela, di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani. Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera. Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso, se puoi subire l'accusa di un tradimento e, non tradire la tua anima. Voglio sapere se sei fedele e quindi di fiducia. Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza. Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio, e continuare a gridare all'argento di una luna piena: Si! Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai, mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due, e fare quel che si deve fare per i bambini. Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui, voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere. Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l'ha fatto. Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che hai nei momenti vuoti. Nativa tribù Oriah |
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