Riferimento: Nativi americani
leggenda dei Sioux del White River)
Da qualche parte nel punto dove le praterie e le Maka Sicha, le Badlands, si incontrano, c'è una caverna nascosta. Nessuno per moltissimo tempo è riuscito a trovarla. Persino adesso, con così tante autostrade, macchine e turisti, nessuno ha scoperto questa caverna. In essa vive una donna così vecchia che il suo volto sembra una noce rinsecchita. E' vestita di pelli non conciate, come la gente era solita prima che l'uomo bianco arrivasse. E' rimasta seduta là per un centinaio d'anni o più lavorando ad un importante fascia della sua veste buona di bisonte. Sta facendo la parte con aculei di porcospino lavorati, nel modo in cui facevano i nostri antenati prima che commercianti bianchi portassero perline di vetro su questo continenete raggirato. A riposare accanto a lei, leccandosi le zampe e, guardandola tutto il tempo c'è Shunka Sapa,un enorme cane nero. I suoi occhi non si distraggono mai dalla anziana donna, i cui denti si sono appiattiti, consumandosi fino a piccoli monconi, li ha usati per lisciare talmente tanti aculei di porcospino. A pochi passi da dove l'anziana donna siede a lavorare alla sua importante fascia un enorme fuoco continua ad ardere. Lo accese un centinaio o più d'anni fa e da allora l'ha sempre mantenuto vivo. Sul fuoco sta appeso un grande calderone di terracotta, nel modo in cui alcune genti indiane facevano prima che arrivassero gli uomini bianchi con le loro stoviglie di ferro. Dentro il grande calderone un wojapi sta bollendo e gorgogliando. Il wojapi è una minestra di bacche, buona dolce e rossa. La zuppa ha bollito nel calderone per un lungo tempo, sempre da quando il fuoco è stato acceso. Adesso come allora l'anziana donna si alza a mescolare il wojapi nell'enorme calderone di terra. E' così vecchia e debole che le ci vuole un momento ad alzarsi e arrancare fin sopra il fuoco. Nell'attimo in cui è girata, l'enorme cane nero comincia a tirar via gli aculei di porcospino dalla sua fascia. In questo modo lei non fa alcun progresso,e il suo lavoro d'aculei resta per sempre incompiuto. La gente Sioux è solita dire che se l'anziana donna finirà mai la sua importante fascia, allora nel momento esatto in cui infilerà l'ultimo aculeo di porcospino per completare il disegno , il mondo arriverà alla fine.
(raccontata da Jenny Leading Cloud a White River nel 1967 e riportata da Richard Erdoes)
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