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camilla 11-03-10 22:08

Perchè a Pasqua: uova e colomba.
 
Sulla colomba è semplice: la colomba nella cristianità è simbolo dello Spirito Santo.
Le leggende sul dolce di Pasqua noto come "colomba" si sprecano. In realtà la colomba come la conosciamo oggi (prodotto industriale di massa) è una tradizione nata da esigenze industriali, più che da tradizioni legate al territorio come la torta pasqualina o le sfrappole.
La colomba come prodotto di massa nasce nei primi del Novecento l'azienda milanese Motta decide di confezionare un prodotto simile al panettone, ma con un aspetto decisamente legato alla Pasqua. Nasce così la colomba moderna, un dolce con un impasto molto simile a quello del panettone, ma che si arricchisce di una copertura di amaretto. Nel 1930 la Motta commissiona ad un artista specializzato in manifesti pubblicitari, Cassandre, un manifesto sulla colomba con lo slogan "Colomba pasquale Motta, il dolce che sa di primavera".

camilla 11-03-10 22:11

uova
 
Tutt'altra origine ha l'uovo di Pasqua:

L'uovo di Pasqua ha origini molto antiche (precristiane) che si rifanno a riti legati all'inizio del periodo primaverile visto come rinnovamento della natura e quindi legato alla fecondità. Durante i secoli si sono poi aggiunte altre tradizioni e leggende legate a questo strano prodotto della natura.

Più dettagliatamente:

L’uovo, dalla forma priva di spigoli e quindi senza principio né fine, è sempre stato considerato simbolo dell’origine della vita. Simbolo della vita che nasce, l’uovo cosmico è all’origine del mondo: al suo interno avrebbe contenuto il germe degli esseri. Presso i greci, i cinesi e i persiani l’uovo era anche il dono che veniva scambiato in occasione delle feste primaverili, quale simbolo della fertilità e dell’eterno ritorno della vita.
Gli Egizi sotterravano uova di struzzo lungo le sponde del Nilo convinti che ciò avrebbe reso la terra più fertile visto che, grazie alla sabbia calda come un’ incubatrice, spesso le uova si schiudevano generando struzzini.
Anche i Romani, in primavera, festeggiavano Cerere, dea della fecondità della terra, offrendole uova come doni propiziatori del ciclo delle rinascite. Gli antichi romani usavano seppellire un uovo dipinto di rosso nei loro campi, per propiziarsi un buon raccolto.

E' simbolo di rinascita (e quindi di resurrezione - anche se questo paragone è mooolto stiracchiato: l'uovo è simbolo di rinascita, ma questa volta non della natura bensì dell’uomo stesso, della resurrezione di Cristo: il guscio è la tomba dalla quale Cristo uscì vivo). L’uovo divenne uno degli emblemi del Cristianesimo sin dai primordi: nelle catacombe sono state trovate uova di alabastro, augurale simbolo di nuova vita in auge tutt’ora come articolo regalo.
Con l’avvento del Cristianesimo, molti riti pagani vengono recepiti dalla nuova religione. La stessa festività pasquale, d’altro canto, risente di lontani influssi: cade, infatti, tra il 25 marzo e il 25 aprile, ovvero nella prima domenica successiva al plenilunio che segue l’eqinozio di primavera. La Pasqua, insomma, si festeggia proprio nel giorno in cui si compie il passaggio dalla stagione del riposo dei campi a quella della nuova semina e quindi della nuova vita per la natura.

L’uso di scambiarsi uova in dono nel periodo pasquale risale invece al Medioevo; durante le severissime imposizioni di digiuno della Quaresima, era proibito mangiarne.
Quindi le uova sfornate dalle galline in quelle 6 settimane dovevano per forza essere smaltite rapidamente; perciò venivano benedette in chiesa durante la messa della domenica di Pasqua e poi donate, rassodate, ad amici e parenti come augurio di fecondità in ogni campo.
Nel XIII sec. in Francia e in Italia, studenti e soci delle Corporazioni prima della Messa si recavano in cortei preceduti da musici banditori a bussare alle porte delle case questuando uova: alcune famiglie nobili, per distinguersi, iniziarono a tingerle di rosso o verde, lanciando l’idea dell’uovo-regalo decorato.
Luigi XIV faceva dipingere con belle miniature le uova da donare ai cortigiani da illustri pittori (ad esempio Watteau).
Ma poiché le uova vere andavano presto a male, subentrò l’uso di fabbricarne in materiali non deperibili.
Francesco I ne ricevette in dono uno in legno su cui era scolpita l’ascesa al Golgota; il Delfino di Francia un altro in smalto bianco su cui era riportato un testo del Vangelo, con un carillon all’interno.
Ma le uova più preziose in assoluto furono quelle dei Romanov, forgiate - su incarico dello zar Alessandro III- dall’orafo francese Peter Carl Fabergé, il quale dal 1885 al 1917 ne inventò più di 57 tipi , tutti in oro e gemme, che andavano a ogni Pasqua a ciascuno dei membri della regal famiglia, e ciascuno conteneva una sorpresa diversa: orologi, giocattolini, modellini di navi, animaletti ecc.


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